La morte di uno sciatore durante l’eliski in Valgrisenche (AO) e alcune riflessioni sull’eliski

Di GIANCARLO COSTA ,

L'elicottero_del_soccorso (foto lastampa.it).JPG
L'elicottero_del_soccorso (foto lastampa.it).JPG

Il rischio zero in montagna non esiste, nemmeno quando si paga un elicottero per salire in cima ad una montagna carica di neve e una guida alpina per essere riaccompagnati a valle. Così venerdì scorso c’è scappato il morto in Valle d’Aosta, in Valgrisenche per la precisione in un canalone sotto la Becca di Tos (quota 3304 metri). Nei giorni scorsi in quota erano caduti circa 40 centimetri di neve fresca che hanno reso meno stabili i pendii nevosi.

7 sciatori accompagnati da una guida alpina della società che gestisce l’eliski in Valgrisenche, sono stati travolti da una valanga staccatasi appena partiti dalla Becca di Tos. Uno sciatore tedesco è morto, si chiamava Joachim Dangel, aveva 39 anni ed era di Monaco di Baviera. L'incidente è avvenuto alle 10,20 di venerdì scorso.

Quando la valanga si è staccata e ha travolto il gruppo, gli altri sciatori sono riusciti a salvarsi azionando gli zaini dotati di airbag e con molta fortuna se la sono cavata. Alla vittima questa operazione non è riuscita e ha perso la vita.

Sul posto sono intervenuti gli uomini del Soccorso alpino valdostano e della Guardia di finanza che hanno recuperato il gruppo e il cadavere del tedesco. Sull'incidente la procura di Aosta ha aperto un fascicolo e le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Daniela Isaia.

L’incidente è solo l’ultimo di una lunga serie che ha coinvolto chi pratica l’eliski, ma non può diventare un’abitudine l’idea che con l’eliski sia tutto semplice, che non ci siano rischi e che dotati di protezioni, airbag e di una guida che conosce il terreno, si sia al riparo dai normali pericoli che ci sono in montagna, in questo caso le valanghe. Così come non si può attribuire al mancato utilizzo di un sistema di sicurezza, in questo caso uno zaino dotato di airbag, la morte di uno sciatore. Così l’ANSA Valle d’Aosta riportava la notizia:

“VALANGHE: SCIATORE MORTO NON HA AZIONATO AIRBAG ANTIVALANGA

(ANSA) - AOSTA, 20 APR - Al contrario dei suoi compagni di gita in eliski non ha fatto in tempo ad azionare l'airbag antivalanga del proprio zaino Joachim Dangel, di 39 anni, di Monaco (Germania), morto….”

Sembra quasi che sia una colpa non aver tirato una manopola e non essere stato abbastanza fortunato da cavarsela come i suoi compagni. Ma forse le colpe sono di altri, di chi li ha portati li, di chi dirigeva la discesa, di un sistema di marketing che promette, in cambio di parecchi Euro, giornate memorabili da “Cavalieri della Polvere”, facendo dimenticare che sono le condizioni della montagna a decidere se si può passare o meno. Regole di sopravvivenza in montagna che sempre più spesso sono dimenticate, da chi ci va per divertirsi e passare una giornata sul filo dell’adrenalina, e da chi per lavoro li accompagna.

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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