Doping sci di fondo: squalificati altri 4 fondisti russi per i controlli sulle Olimpiadi di Sochi 2014

Di GIANCARLO COSTA ,

I russi Maxim Vylegzhanin e Alexander Legkov entrambi squalificati per doping (foto arch. fiscrosscountry)
I russi Maxim Vylegzhanin e Alexander Legkov entrambi squalificati per doping (foto arch. fiscrosscountry)

La Russia dello sci di fondo ancora al centro di un caso doping clamoroso: dopo le squalifiche dei giorni scorsi comminate a Alexander Legkov ed Evgeniy Belov altri quattro atleti hanno ricevuto la stessa sentenza: Maxim Vylegzhanin, Alexey Petukhov, Julia Ivanova ed Evgenia Shapovalova. La sanzione prevista dal CIO sarà di cancellazione dalle classifiche delle Olimpiadi di Sochi 2014, e perdita delle relative medaglie vinte, e la estromissione dalle prossime Olimpiadi di Pyeongchang 2018 in Corea del Sud.

Vylegzhanin, dopo questo verdetto, perde la medaglia d’argento della 50 km a tecnica libera di Sochi, dopo la revoca di quella d’oro di Legkov. La nuova classifica assegna l’oro al russo Ilia Chernousov e l’argento al norvegese Martin Johnsrud Sundby, che a sua volta ha perso un Tour de Ski e una Coppa del Mondo sempre per un caso doping.

Sembra di essere tornati ai tempi del ciclismo anni ‘90 con l’Affaire Festina al Tour de France.
Ma gli unici bari sono i russi dello Sci di fondo (e quelli dell’Atletica per le Olimpiadi estive), o ci sono altri scopi, anche politici, in vista delle prossime Olimpiadi Invernali di Pyeongchang?

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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