Lo sci di fondo ha bisogno di regole più chiare

Di MARCO CESTE ,

Vegard Ulvang
Vegard Ulvang

Lo sci di fondo ha bisogno di regole ben precise, che siano trasparenti e universalmente riconosciute. Questo è certo.

Da una parte format di gara sempre più strani che vengono proposti, per mettere al primo piano una più che dubbia spettacolarità, e tentare così di attrarre spettatori, lasciando in secondo piano il vero spettacolo del fondo, costituito dalla sua tradizione.

Dall’altra, argomento bollente è quello delle squalifiche degli atleti.

Per quanto riguarda i format di gara, la FIS ha proposto di inserire una gara in salita seguita da uno slalom in discesa, nella Coppa del Mondo 2012 che si disputerà in Polonia. Una proposta che piace a pochi fra fondisti e addetti ai lavori. Una formula che finirebbe per snaturare troppo una disciplina che ha un’identità ben precisa.

Per quanto riguarda lo spinoso nodo delle squalifiche, è la Federazione Internazionale stessa a pretendere più chiarezza.

Le incomprensioni sono nate da una situazione successa all’ultimo Tour de Ski, nel quale è stata squalificata la fondista norvegese Vibeke Skofterud. La sanzione era arrivata in quanto, nella 10 km mass start a tecnica classica, l’atleta aveva utilizzato il passo skating e non l’alternato. Un episodio che ha fatto discutere molto. A questo punto c’è chi auspica l’introduzione di nuovi regolamenti, come la squalifica a tempo per chi commette errori che possono essere definiti "poco gravi".

Vegard Ulvang, capo della Commissione sci di fondo della FIS, per i prossimi avrà il suo bel da fare. Lo sci di fondo ha assoluto bisogno di regole più chiare.

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