Il paradosso della montagna Lombarda: riaprono piscine e centri sportivi, ma non gli impianti a fune

Di GIANCARLO COSTA ,

Impianti a fune di Lizzola Lombardia
Impianti a fune di Lizzola Lombardia

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato Anef Lombardia in merito alla mancata riapertura degli impianti a fune in Lombardia e in quasi tutta Italia. Gli impianti a fune sono fondamentali per una parte di turismo montano al di fuori dell’inverno: sci estivo, escursionismo tranquillo, mountain bike nelle sue varie specialità da Downhill all’Enduro. Vicino a noi oltre frontiera c’è l’esempio della Francia, che il giorno dopo aver dichiarato la fine del “lockdown” ha immediatamente aperto l’impianto dell’Aiguille du Midi di Chamonix e gli alpinisti hanno ricominciato a frequentare il Monte Bianco , pur con la limitazione degli spostamenti entro i 100 km dalla residenza. A quando la riapertura generale  degli impianti a fune in Italia?

Mercoledì 3 giugno riapriranno le piscine e i centri sportivi in Lombardia, ma non sarà possibile andare in montagna usando gli impianti a fune rimarranno incredibilmente chiusi. - questo dice il comunicato di ANEF Lombardia - Gli impianti a fune sono ormai, sia d’estate che d’inverno, il perno dell’economia della montagna, generando un indotto, in Lombardia, di più di 1 miliardo di euro e permettendo al 40% del territorio lombardo di vivere e far vivere la montagna (bar, rifugi, alberghi, guide alpine, noleggi, maestri di sci, ristoranti, etc.). La montagna estiva, a sua volta, per gli imprenditori del comparto impianti a fune è strategica e fondamentale per destagionalizzare e riuscire a far quadrare i conti di una non facile gestione annuale, sempre condizionata dalle precipitazioni e dal meteo: per questo in sinergia con gli altri operatori turistici, soprattutto in Lombardia, l’estate in montagna e gli impianti a fune vivono in simbiosi.

C’è dunque, in Lombardia, questo incredibile paradosso: la montagna, l’aria pulita, i prati e gli ampi spazi sembrano essere più “pericolosi” che non le Piscine e i Centri Sportivi, e la montagna tutta (compreso il comparto invernale che vive e si nutre insieme a quello estivo) ne sarà fortemente penalizzata a lungo termine.

“Siamo in continuo contatto – commenta Massimo Fossati, Presidente di Anef Lombardia – con gli assessori e consiglieri regionali, abbiamo scritto una lettera al Presidente Fontana. Tutti rassicurano però non fanno niente. Avremmo dovuto essere aperti, a sentire loro. Siamo a dir poco scocciati, e tutti insieme noi operatori della montagna stiamo perdendo centinaia di migliaia di euro fondamentali per il nostro equilibrio finanziario, ma, ancora di più, la gente ci chiama continuamente per sapere quando riapriremo e potranno andare in montagna all’aperto, all’aria pulita e in spazi aperti incontaminati utilizzando i nostri impianti. Siamo senza parole, dopo l’ultimo decreto: riaperte le piscine, i parchi ludici, i centri sportivi. Noi invece no.”

Fonte Anef Lombardia

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

Commenta l'articolo su Twitter...

Può interessarti