Mammut Elements: White Noise con Mattia Felicetti

Di GIANCARLO COSTA ,

Mammut Elements White Noise (foto Monsorno) (1)
Mammut Elements White Noise (foto Monsorno) (1)

Siamo schiavi entusiasti della natura e prigionieri inconsapevoli del
nostro tempo. Viviamo ad un ritmo forsennato ogni santo giorno, ma la
nostra passione ci dice di rallentare, perché siamo il ritratto di una
complicatissima dipendenza che nasce da una semplicissima necessità: il
desiderio di libertà. Ogni giorno, tra una corsa in metro e un un panino
inghiottito in un morso, capita che ci dimentichiamo persino di respirare.
Il sospiro invece, quello gelido esaliamo in cima alle montagne con la
goccia che ci scende al naso, è l’unico vero fuoco che ci riporta alla
lucidità di un vivere sano e quasi dimenticato. Siamo schiavi di un
benessere esistenziale, quello che solo la Natura è in grado di restituirci.
D’altronde se Dave Peverett dei Foghat cantava “Slow ride, take it easy”
già nel 1975, un motivo ci sarà pure stato, no?

Mammut Elements è materia. O forse qualcosa di più? Neve, Ghiaccio e
Roccia si intrecciano e si fondono in qualcosa di più intricato: un’intensa
emozione, uno sforzo fisico, un grido di gioia, o, perché no, un lungo
silenzio. A questi elementi se ne oppone un ultimo, un back to the reality
nella giungla urbana, quel fitto tessuto di “devi fare questo”. Eppure, in
tutto quel disordine, sembra quasi di scorgere un’armonica arte, fatta di
colore e movimento. Al momento, purtroppo, non è possibile svelare
altro.

Gli atleti italiani Mammut raccontano il proprio rapporto con il “loro”
elemento. Mattia Felicetti, Martin Dejori, Alex Walpoth, Filip Schenk
e Michael Piccolruaz saranno i protagonisti di questa mini serie, divisa
in quattro episodi.

Rumore bianco. Un fiocco di neve riecheggia come il silenzio sul
silenzio.
Mille sfaccettature e la solita reazione di stupore veste il paesaggio,
arricchisce il mio sguardo e rapisce la mia mente. Quel silenzio rallenta
il tempo e lo fa suo. Io sono ospite della montagna: busso e mi ci
immergo. Energia e polvere.
Annego in quei fiocchi, cavalcandone la perfezione.

Il primo episodio “RUMORE BIANCO” (White Noise in inglese)
racconta l’atleta Mattia Felicetti, maestro di sci della Val di Fiemme e
atleta del Freeride World Qualifier. Anzi forse sarebbe più corretto dire
che è lo stesso Mattia a raccontarci il suo elemento, fondendosi in esso,
nello stesso modo in cui i fiocchi di neve si sciolgono nell’acqua che una
volta che vi si appoggiano. Scientificamente il White Noise identifica una
certa frequenza dell’udibile, una frequenza talmente particolare da
collegarsi per una frazione di tempo e spazio con la stessa con la quale la
neve cade e dipinge il paesaggio a proprio piacimento. È chiamato bianco
per analogia con il fatto che una radiazione elettromagnetica di simile
spettro all'interno della banda della luce visibile apparirebbe all'occhio
umano come luce bianca, come la neve appunto.

Lo stesso Mattia dice:”Ho iniziato a sciare a tre anni e a fare gare a sei.
L’amore per lo sci in neve fresca è scattato immediatamente, tanto che il
mio maestro di sci di allora faceva fatica a tenermi a freno. La passione
per la montagna è andata ad evolversi in altri sport come l’arrampicata
e highline, ma lo sci è sempre stato parte inscindibile del mio essere”.

Mammut Elements è un progetto 100% made in Italy. Il tutto viene
raccontato con la voce di Ivan Pavlovic e le immagini del filmmaker
Matteo Pavana e del fotografo Thomas Monsorno.

Ma tu? Lo senti ancora il richiamo della Natura?

Guarda il video Mammut Elements: White Noise con Mattia Felicetti

Articolo Publiredazionale

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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